Dipendenza da gioco
La dipendenza da gioco o gioco d’azzardo patologico è considerata una vera e propria forma di dipendenza senza droga. Il D.S.M. IV (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) propone i seguenti criteri diagnostici per il “comportamento maladattivo legato al gioco d’azzardo”, e devono essere presenti almeno 4 dei sintomi seguenti:
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Bisogno di giocare somme di denaro sempre maggiori per raggiungere lo stato di eccitazione desiderato;
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Irrequietezza e irritabilità quando si tenta di giocare meno o di smettere;
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Il soggetto ricorre al gioco come fuga da problemi o come conforto all’umore disforico (ad esempio, senso di disperazione, di colpa, ansia, depressione);
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Quando perde il soggetto ritorna spesso a giocare per rifarsi (“inseguimento” delle perdite).
Il soggetto mente in famiglia e con gli altri per nascondere il grado di coinvolgimento nel gioco; -
Il soggetto compie azioni illegali (ad esempio, reati di falso, truffa, furto, appropriazione indebita) per finanziare il gioco;
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Il soggetto mette a rischio o perde una relazione importante, un lavoro, un’opportunità di formazione o di carriera a causa del gioco;
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Confida negli altri perchè gli forniscano il denaro necessario a far fronte a una situazione economica disperata, causata dal gioco (una “operazione di salvataggio”).
Si sta esaminando la possibilità di introdurre un 10° criterio:
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Reiterati e inutili sforzi di tenere sotto controllo l’attività di gioco, di ridurla o di smettere di giocare
L’allarme sociale sulle problematiche legate al gioco d’azzardo riflette la diffusa percezione della crescente gravità del problema. La massiccia invasione di poker-machines, l’enorme crescita dell’offerta di possibilità legali di scommettere (lotto e super-enalotto, “gratta e vinci”, scommesse sull’ippica, centri scommesse della Snai) alimenta le speranze illusorie (il-ludere, entrare nel gioco) di molti, e sappiamo che il secondo tempo della speranza spesso si chiama de-lusione (sempre facendo riferimento all’etimo – uscita dal gioco -).
Il giocatore definito compulsivo, che va comunque inquadrato lungo un continuum (giocatore occasionale, abituale, a rischio, compulsivo) evidenzia una progressiva perdita della capacità di porre dei limiti al coinvolgimento nel gioco, perdite economiche frequenti e sempre più vistose, assorbimento sempre più esclusivo nell’attività di gioco.
Ci sono numerose testimonianze di un restringimento del campo di coscienza (simile a ciò che si verifica nei fenomeni di trance) e ad aspetti quasi psicotici del giocatore compulsivo (perdita dell’esame di realtà).
In una significativa analogia con la dipendenza da sostanze, sono state inoltre evidenziate forme di assuefazione (bisogno di scommettere cifre sempre più alte) e di astinenza (sudorazione, tremori, tachicardia, ansia) in giocatori ai quali il gioco stesso viene impedito (ad es. a causa di ospedalizzazione o detenzione).
L’inseguimento della perdita (a cui inconsciamente il giocatore tende), vale a dire il desiderio di rifarsi, fa precipitare in un progressivo e sempre più vorticoso disastro economico il giocatore compulsivo. Compaiono a questo punto fenomeni quali la richiesta di prestiti ad usura , le frequenti menzogne in famiglia volte a nascondere la reale situazione economica, la scarsa attenzione o il disinteresse per l’attività lavorativa, che conducono in lassi di tempo più o meno lunghi a gravi crisi personali (a volte con suicidi o tentativi di suicidio) che possono motivare il giocatore compulsivo a chiedere aiuto (più spesso sono i familiari del giocatore a rompere la cortina di omertà, vergogna e disperazione).
Custer (1984) ha identificato sei diverse tipologie di giocatori:
- Giocatori professionisti: si mantengono con il gioco d’azzardo che per loro è una professione. Non sono dipendenti dal gioco, per questo riescono a controllare l’ammontare di denaro scommesso ed il tempo speso a giocare.
- Giocatori antisociali: attraverso il gioco d’azzardo ottengono denaro in maniera illegale; giocano con carte segnate o sono coinvolti in corse truccate.
- Giocatori sociali occasionali: giocano per divertirsi e per socializzare ed il gioco non interferisce con la loro vita. Vengono anche definiti Giocatori Sociali Adeguati.
- Giocatori sociali “seri” o costanti: investono tempo nel gioco che per loro rappresenta la principale forma di relax e di divertimento; sono in grado di mantenere il controllo sulla loro attività di gioco e non trascurano lavoro e/o famiglia.
- Giocatori per “fuga” e per “alleviamento” senza sindrome da dipendenza: riescono tramite il gioco ad alleviare sensazioni di ansia, depressione, solitudine e noia; più che una risposta euforica il gioco è per loro un potente analgesico che aiuta a non pensare alle difficoltà. Pur non essendo giocatori compulsivi, vengono anche definiti Giocatori Inadeguati senza Sindrome da Dipendenza.
- Giocatori Compulsivi con Sindrome da Dipendenza: non hanno più il controllo del gioco che è diventato per loro la cosa più importante; non possono più smettere di giocare indipendentemente dalla loro volontà e dal loro impegno. Famiglia, amici e lavoro sono negativamente influenzati dall’attività di gioco.